Consiglio d’Europa – Intelligenza artificiale e diritti umani

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Consiglio d’Europa – Intelligenza artificiale e diritti umani

È da diverso tempo che le organizzazioni internazionali sono impegnate ad individuare nuove regole per disciplinare l’uso dell’intelligenza artificiale che, oltre agli indubbi vantaggi, può comportare, tuttavia, una serie di rischi da non sottovalutare nell’ambito della tutela dei diritti delle persone fisiche.

Tra gli ultimi interventi, dopo l’adozione delle Linee Guida del Consiglio d’Europa sull’intelligenza artificiale e la protezione dei dati personali, si segnala la raccomandazione adottata il 14 maggio scorso dalla Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa Donja Mijatović intitolata “Unboxing artificial intelligence: 10 steps to protect Human Rights”.

Artificial intelligence driven technology is entering more aspects of every individual’s life, from smart home appliances to social media applications, and it is increasingly being utilised by public authorities to evaluate people’s personality or skills, allocate resources, and otherwise make decisions that can have real and serious consequences for the human rights of individuals. Finding the right balance between technological development and human rights protection is therefore an urgent matter”, ha detto la Commissaria Mijatović.

Nel suddetto documento, tenuto conto del possibile impatto negativo che l’intelligenza artificiale potrebbe avere sulla vita delle persone (in particolare: controllo e geolocalizzazione), la Commissaria per i diritti umani ha richiesto che le Autorità nazionali procedano ad una valutazione d’impatto sui diritti umani, a consultazioni pubbliche, all’adozione di norme specifiche per la salvaguardia dei diritti umani nel settore privato, con particolare riferimento alla tutela dei diritti dei lavoratori, alla tutela della privacy e della protezione dei dati personali.

La Commissaria Mijatović ha inoltre ribadito la necessità - nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale - di assicurare maggiore informazione e trasparenza circa il trattamento dei dati raccolti, di un costante controllo da parte di un’Autorità indipendente a garanzia del principio di non discriminazione ed uguaglianza, della libertà di espressione e della libertà di associazione, di facilitare il più possibile l’accesso alle vie di ricorso in caso di trattamento illecito dei dati personali nonché, da ultimo, ma non meno importante, della necessità di promuovere la conoscenza e la comprensione dei trattamenti di dati personali sottesi all’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Prevenire crimini e reati, gestire con alcuni clic il funzionamento di case e città, ricevere cure mediche a domicilio attraverso un dispositivo elettronico, costituiscono soltanto alcuni degli esempi di applicazione dell’intelligenza artificiale, argomento che occupa sempre più spazio nei dibattiti e nelle discussioni in seno alla nostra Europa la quale, se non può competere con le superpotenze Usa e Cina, già parecchi step più in là negli investimenti industriali in intelligenza artificiale, si candida, per lo meno, a rappresentare un esempio di civiltà giuridica provando a fare la differenza in termini di benessere sociale ed economico degli individui, proteggendone sia la privacy che il controllo sulla gestione dei propri dati.